Non seguo tanto il ciclismo, è uno di quei pochi sport che non mi entusiasmano più di tanto, insieme al tennis, cricket, polo ecc., ma la notizia di ieri mi ha proprio colpito, Riccò presunto dopato, sarà la provincia d’appartenenza, sarà che tutti i giorni, lungo le strade si vedono ragazzini come lui che si allenano, che questa notizia mi ha proprio amareggiato . Mi auguro che si sbaglino, mi auguro che siano le solite storie con i soliti francesi. Ma se non fosse così addio pedali, ciao le scritte sul muro W Coppi, ciao salite epiche, ciao sudore e fatica a 2°C sui monti del trentino in Giugno durante il giro, ciao maglie dai vari colori per differenziare i migliori, addio Conti che cantava del giro e delle strade impolverate mentre, sul ciglio della strada, aspettava Bartali, è finito, finito tutto, ma più che finito è finto tutto finto, per allenarsi non si fanno più Km di salite, si fanno Km di flebo. In un tempo dove, lo sport in generale, avrebbe bisogno di veri campioni puliti, abbiamo solo esempi di finti campioni, campioni di laboratorio.
Mi immagino già un mio eventuale figlio che fra 10 anni, dando per scontato il doping, mi chiederà
-“ma come facevano una volta a fare il giro d’Italia senza l’aiutino di un qualche medicinale?”
-“ pedala ragazzo che di strada da fare ce n'è ancora tanta… e nessuno ti aiuterà, neanche le flebo”
Nessun commento:
Posta un commento