Alcune righe tratte dal blog http://noipochi.splinder.com/
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E IO SONO QUI A RINGRAZIARE MIA MADRE
DI NON AVER DECISO CHE NON CE L'AVREMMO FATTA
ancora sull'aborto...
Mi piacerebbe, in questi giorni, buttarmi nella campagna elettorale, iniziare a studiare i programmi delle varie liste, iniziare a fare satira sugli avversari, ma c'è un tema che mi tiene vincolato, come Prometeo incatenato alla roccia.
Oggi mi è stato narrato di un dibattito tra una ragazza antiabortista e un ragazzo filoabortista, conclusosi per le lacrime della giovane che era stata indotta a pensare che le sue idee nascondevano un profondo egoismo. Il ragionamento è: mettere al mondo un figlio che probabilmente non si è in grado di mantenere, che probabilmente sarà un infelice, che magari mangerà pane e cipolla per tanti anni, non è un'ingiustizia? Non è meglio abortire (ossia dilandirlo nel ventre materno nel quale nessuno può vedere) per porre fine alle sue PROBABILI sofferenze terrene? La risposta a queste aberranti domande sta nel titolo di questo post. Tutti forse siamo figli di una rinuncia ad abortire, forse tutte le nostre mamme ci hanno pensato per un pò. Perchè c'erano già due figli, i soldi erano pochi, le paure tante. Eppure se stiamo leggendo queste righe vuol dire che le nostre mamme hanno scelto che valeva la pena correre il rischio. Inoltre la legge 194, che tutti difendono senza mai aver letto, afferma: Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.
Credo che queste parole siano abbastanza chiare, ma è meglio chiarire: se una donna vuole abortire per problemi economici, sociali, ecc. lo Stato deve aiutarla a superare questi ostacoli per permetterle di portare a compimento la gestazione. Ecco perchè la 194 è una buona legge. Ciò che non funziona è lo Stato.
Tornando alla vicenda dei due giovani, mi chiedo: è egoista chi non si arroga il diritto di decidere di togliere la vita ad un essere VIVENTE, anche se è vivente in un grembo materno? è egoista chi afferma che l'aborto non è un anticoncezionale? è egoista chi sostiene che è meglio mettere al mondo un figlio e darlo in adozione piuttosto che privarlo del diritto di vivere?
Non è forse egoista chi pretende di potersi godere la vita come vuole, di poter scopare liberamente come animali, perchè tanto se poi, come natura impone, da quella unione viene fuori un essere vivente, ci si può liberare facilmente del fardello? Non è egoista chi difende l'aborto, e ripeto L'ABORTO, non la legge 194, solo perchè in antitesi rispetto a ciò che predica la Chiesa? Non è forse egoismo non rendersi conto che l'aborto è un male estremo, nel senso che bisogna aspirare a farvi ricorso solo in casi estremi?
Non è egoista pensare, per squallida e vigliacca comodità, che questi non erano esseri viventi?
DI NON AVER DECISO CHE NON CE L'AVREMMO FATTA
ancora sull'aborto...
Mi piacerebbe, in questi giorni, buttarmi nella campagna elettorale, iniziare a studiare i programmi delle varie liste, iniziare a fare satira sugli avversari, ma c'è un tema che mi tiene vincolato, come Prometeo incatenato alla roccia.
Oggi mi è stato narrato di un dibattito tra una ragazza antiabortista e un ragazzo filoabortista, conclusosi per le lacrime della giovane che era stata indotta a pensare che le sue idee nascondevano un profondo egoismo. Il ragionamento è: mettere al mondo un figlio che probabilmente non si è in grado di mantenere, che probabilmente sarà un infelice, che magari mangerà pane e cipolla per tanti anni, non è un'ingiustizia? Non è meglio abortire (ossia dilandirlo nel ventre materno nel quale nessuno può vedere) per porre fine alle sue PROBABILI sofferenze terrene? La risposta a queste aberranti domande sta nel titolo di questo post. Tutti forse siamo figli di una rinuncia ad abortire, forse tutte le nostre mamme ci hanno pensato per un pò. Perchè c'erano già due figli, i soldi erano pochi, le paure tante. Eppure se stiamo leggendo queste righe vuol dire che le nostre mamme hanno scelto che valeva la pena correre il rischio. Inoltre la legge 194, che tutti difendono senza mai aver letto, afferma: Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.
Credo che queste parole siano abbastanza chiare, ma è meglio chiarire: se una donna vuole abortire per problemi economici, sociali, ecc. lo Stato deve aiutarla a superare questi ostacoli per permetterle di portare a compimento la gestazione. Ecco perchè la 194 è una buona legge. Ciò che non funziona è lo Stato.
Tornando alla vicenda dei due giovani, mi chiedo: è egoista chi non si arroga il diritto di decidere di togliere la vita ad un essere VIVENTE, anche se è vivente in un grembo materno? è egoista chi afferma che l'aborto non è un anticoncezionale? è egoista chi sostiene che è meglio mettere al mondo un figlio e darlo in adozione piuttosto che privarlo del diritto di vivere?
Non è forse egoista chi pretende di potersi godere la vita come vuole, di poter scopare liberamente come animali, perchè tanto se poi, come natura impone, da quella unione viene fuori un essere vivente, ci si può liberare facilmente del fardello? Non è egoista chi difende l'aborto, e ripeto L'ABORTO, non la legge 194, solo perchè in antitesi rispetto a ciò che predica la Chiesa? Non è forse egoismo non rendersi conto che l'aborto è un male estremo, nel senso che bisogna aspirare a farvi ricorso solo in casi estremi?
Non è egoista pensare, per squallida e vigliacca comodità, che questi non erano esseri viventi?
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1 commento:
Alla fine sono d'accordo.
Quello che mi dà fastidio è vedere gente che s'appiglia a questo tema caldo, lo mette sulla bocca di tutti, per prender consensi.
La legge c'è e io la lascerei tale quale. Il problema semmai è applicarla nel modo corretto.
Come del resto accade troppo spesso in Italia.
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